Il Decreto Salva Casa: una nuova fase per l’edilizia italiana

Edilizia italiana
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Il Decreto Salva Casa ha finalmente ottenuto l’approvazione definitiva, portando con sé una serie di modifiche significative al panorama edilizio italiano. Nelle prossime righe cercheremo di riassumere quali sono i principali cambiamenti per i proprietari di case e quali opportunità potrebbero sorgere.

Nuovi standard di abitabilità

Una delle novità più rilevanti introdotte dal decreto riguarda gli standard di abitabilità. La normativa ora consente un’altezza minima di 2,40 metri per gli immobili, abbassando di 30 centimetri il limite precedente di 2,70 metri. La modifica si estende anche ai monolocali, per i quali è stata ridotta la superficie minima richiesta: 20 metri quadrati per una persona e 28 metri quadrati per due, rispetto ai precedenti 28 e 38 metri quadrati. Le modifiche mirano evidentemente a rendere abitabili un maggior numero di immobili, rispondendo alle esigenze abitative nelle aree urbane più densamente popolate.

Semplificazione dei cambi di destinazione d’uso

Il decreto introduce notevoli semplificazioni nelle procedure di cambio di destinazione d’uso degli immobili. In particolare, i cambi all’interno della stessa categoria funzionale sono ora sempre consentiti, pur lasciando ai comuni la facoltà di stabilire regole e requisiti specifici. Il processo burocratico è stato snellito: per i cambi che non richiedono opere è sufficiente presentare una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), mentre per quelli che comportano lavori edilizi è necessario il possesso del titolo per l’esecuzione.

Regolarizzazione delle lievi difformità

Un aspetto cruciale del Decreto Salva Casa è l’intervento sulle cosiddette “lievi difformità”. L’obiettivo dichiarato è quello di eliminare situazioni di incertezza giuridica, liberando i cittadini da una burocrazia eccessivamente complessa. Il decreto amplia la definizione di “tolleranze costruttive”, introducendo una scala proporzionale inversa alla superficie utile dell’immobile. Ad esempio, per superfici inferiori a 100 metri quadrati, la tolleranza sale al 5%, mentre per quelle superiori a 500 metri quadrati si attesta al 2%. Queste nuove norme si applicano agli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024.

Superamento della doppia conformità

Una delle modifiche più significative riguarda l’abolizione della regola della doppia conformità, sia per le difformità parziali che per quelle sostanziali. La novità promette di snellire notevolmente il carico burocratico dei Comuni, a vantaggio dei cittadini. La doppia conformità rimarrà in vigore solo per le difformità più evidenti, semplificando così le procedure di regolarizzazione per molti immobili.

L’espansione dell’edilizia libera

Il decreto amplia significativamente la categoria degli interventi in “edilizia libera”, ovvero quelli che non richiedono alcun titolo abilitativo o permesso. Tra questi rientrano ora interventi di manutenzione ordinaria, l’installazione di pompe di calore fino a 12 kW, la rimozione di barriere architettoniche e l’installazione di vetrate panoramiche amovibili. Particolare attenzione è stata dedicata alle opere di protezione solare, come tende e pergole, che possono ora essere realizzate senza particolari autorizzazioni.

Introduzione del silenzio assenso

Un’innovazione fondamentale del decreto è l’introduzione del regime del silenzio-assenso. La norma stabilisce che, in caso di mancata risposta dell’amministrazione alle richieste dei cittadini entro i termini previsti, la domanda si consideri automaticamente accettata. La misura mira dunque a velocizzare i processi burocratici e a ridurre l’arretrato negli uffici tecnici comunali, consentendo ai cittadini di procedere con i lavori senza inutili attese.

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